domenica 8 aprile 2012

Il mio piccolo gregge felice!


Stando a quanto racconta mia madre, non andavo ancora a scuola quando, di fronte a una testina d'abbacchio esposta in macelleria a cavallo del periodo di Pasqua, pronunciai il mio primo irremovibile no all'incomprensibile usanza di festeggiare il giorno della rinascita e della vita con un crimine orrendo come l'uccisione di un cucciolo innocente. In famiglia il mio rifiuto non incontrò poi molta resistenza: i miei non avevano una particolare predilezione per quel piatto e  sapevano che se mai qualcun altro durante il pranzo di Pasqua ne avesse notato con perplessità l'assenza, avrebbero sempre potuto giocarsi la carta "Francesca non vuole!".
 Ma se in casa il menù di Pasqua sapeva di asparagi selvatici, carciofi, torte salate, anice e cioccolata, appena fuori la porta i sapori della festa continuavano ad essere ben altri:  sebbene di anno in anno il numero di persone che optavano per un menù meno violento fosse un dato in costante crescita, abbacchio e patate, coratella e costolette di agnello continuavano ad imperare sulle tavole imbandite a festa.
E se prima o poi capitasse di doversi sedere ad una di quelle tavole? Limitarsi a indicare le proprie abitudini alimentari o sperare in qualcosa di più? Dopo aver esitato per un un paio di anni nella ricerca di un compromesso, quest'anno per la prima volta abbiamo deciso di declinare qualunque invito a pranzi o cene di famiglia che prevedessero nel menù l'agnello. L'aut aut ha funzionato, ma non oserei dire che abbia sortito un qualche effetto duraturo: lungi dall'esser stato davvero capito, è stato probailmente percepito come una delle tante noste stranezze da assecondare per quieto vivere più che da comprendere.
Tuttavia, nella speranza di lasciare un ricordo duraturo di quel momento, diverso certo nel menù ma non nel piacere della convivialità,  ho pensato di regalare ai nostri parenti più stretti, coinvolti più o meno spontanemente in questa scelta, un agnellino felice! 
Ho girato così per tutta la domenica di Pasqua tenendo in borsa un piccolo gregge magnetico in fimo i cui pezzi sono stati collocati sul frigo di casa dei miei, di mio fratello, dei miei suoceri e dei miei cognati e naturalmente  di casa nostra... mentre un sesto agnellino è ancora in attesa di raggiungere la sua dimora designata a casa della nostra zia ziucca, complice  da sempre in questa battaglia! Normalmente i miei piccoli pensierini in fimo vengono accolti con un certo entusiasmo e mentirei se dicessi di non aver invece  colto, questa volta, qualche espressione di perplessità qua e la' ma siamo fiduciosi: forse non convertiremo tutti alla pizza di carciofi e fave o alla pasta agli asparagi ma ci auguriamo almeno di diffondere l'idea che un altro modo di festeggiare è possibile!